Cara redazione di C. I ,
siamo il clan del Castelrotto 1 (Verona) e vorremmo raccontare la nostra esperienza di questa estate.Abbiamo passato la route in un campo profughi della Croazia, precisamente a Cepin al confine con la Serbia, insieme ad un altro clan di Empoli (Firenze).
Ci siamo ripromessi di essere dei buoni testimoni per tutte le persone che ci stanno accanto, ma perché non allargare la nostra esperienza a tutti i lettori di C. I ?
Ma cosa spinge un clan ad andare in un campo profughi?
"Costy, allora si è deciso dove si va quest'anno?"
"Ma si Stefi non ti ricordi? In Croazia!!"
"Ah si, è vero. come ho potuto dimenticarmelo? Devo correre a comprarmi un nuovo costume, sulle coste della Croazia ci sono tanti VIP!!"
"Eh già, e io il latte abbronzante, sulla spiaggia tutto il giorno con i bambini!!"
"Eh..si..poi Rovigno, Pola.. Ci divertiremo a buso (molto) !!"
Ma le cose non andarono proprio secondo le nostre aspettative.
ORE 7:30 del mattino: i nostri occhi si aprono e invece di vedere la tanto amata tenda nel camping, ritroviamo per l'ennesima mattina le povere pareti del container.
Appena ripresi i sensi e la coscienza che un'altra pesante giornata ci aspetta riusciamo già a sentire le voci dei bambini instancabili che si avvicinano al punto di incontro. Come tutti sanno la colazione deve essere molto sostanziosa ed energica per riuscire ad affrontare al meglio l'intera giornata, infatti un vasettino di yogurt al naturale con un pezzo di pane riusciva a farci tirare fino a mezzogiorno (e non che il pranzo o la cena rimediassero!!). Da fine pranzo alle tre potevamo riposarci fisicamente dalla mattinata piena di giochi e sperare inutilmente che anche i bambini andassero a fare il pisolino pomeridiano; invece assediavano la cambusa implorandoci di uscire per continuare a giocare con noi!
La speranza che ci faceva andare avanti nel pomeriggio era quella di essere invitati nel container di qualche bambino per il famoso caffè turco, occasione
per ascoltare le tristi storie di questi profughi, sia bosniaci che croati, che vivono in questo campo da 10 anni perché la guerra ha portato via le loro case. La giornata si concludeva con il cerchio finale dopo la cena sempre in compagnia di questi "scalmanati" bimbi.
Vi abbiamo raccontato una giornata tipo della nostra route nella quale il gioco prendeva gran parte del tempo e anche se non si direbbe, proprio quei momenti sono stati i più difficili. Infatti prima di partire ci aspettavamo un servizio non molto diverso da quello che facciamo nelle nostre branche L/C E/G ed eravamo ottimisti riguardo le nostre capacità, fin da subito però gli ostacoli che si sono presentati davanti sono stati: la lingua e il diverso modo di attirare la nostra attenzione. Era normale infatti, soprattutto i primi giorni, ricevere sberle o dispetti da parte loro e anche se senza cattiveria, sono bastati per farci chiudere un po' in noi stessi. Già dal secondo giorno comunque ci siamo accorti che un po' di pazienza e un sorriso in più poteva servire per avvicinarci a vicenda.
Nonostante questo comportamento così diverso dai nostri lupetti, si sono dimostrati bambini molto generosi e affettuosi con la capacità di sapersi divertire con semplici cose e trasmetterci ciò che il servizio è veramente: fatica ma soprattutto divertimento e crescita personale.
In conclusione cosa ci siamo portati a casa e conserviamo di questa fantastica esperienza? Oltre alla splendida amicizia che si è creata con il clan di Empoli 2, utile spalla per dividerci le fatiche e per confrontarci a vicenda, ora siamo più consapevoli della realtà dei Balcani e degli effetti che ha portato questa guerra. Inoltre ci siamo resi conto che non serve ricercare le proprie soddisfazioni nelle grandi cose ma saper trarre anche nella quotidianità le gioie più belle e autentiche.
Auguriamo a tutti un'esperienza simile alla nostra che in una settimana ha saputo darci una nuova spinta nell'affrontare la vita di tutti i giorni.
Buona strada
Costanza & Stefania - Gruppo Scout Agesci Castelrotto 1 |